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Lettera di saluto ai Colleghi

Salerno,12 giugno 2022

 

 

Carissimi Colleghe e Colleghi,

 

il Consiglio che ho avuto l’onore di presiedere ha concluso le attività, ed è pronto ad accogliere – tra pochi giorni – il nuovo Consiglio Direttivo che eleggeremo. Termina anche il mio mandato, durato nove anni e due consiliature. 

 

Il nuovo regolamento elettorale, approvato a gennaio scorso, ha introdotto molte novità, compreso il limite di due mandati consecutivi. Argomento questo da prendere con grande entusiasmo e favore perché – finalmente –  agevola il rinnovamento ed il ricambio generazionale, chiamando Colleghi più giovani a fornire il proprio contributo di idee, di argomenti e di metodo. 

 

Ringrazio di cuore coloro che hanno ritenuto di chiamarmi a ricoprire questo prestigioso incarico, impegnativo e di responsabilità, e quanti hanno lavorato con me in questi anni. E’ stato necessario profondere notevoli energie per garantire apertura e servizi nella misura possibile, anche alla luce delle importanti e continue modifiche che hanno riguardato la natura e la struttura degli ordini provinciali. Lavoro possibile solo grazie alla dedizione del personale, dei collaboratori e dell’intera formazione di Consiglio, nonché all’impegno delle commissioni istituzionali e delle commissioni tematiche. 

 

Il nostro Ordine si colloca oggi stabilmente tra i primi dieci d’Italia (al settimo posto) per numero di iscritti, ormai ampiamente oltre i seimila. Numeri importanti, ma non sufficienti ad esprimere – da soli – il necessario peso politico per qualsiasi azione di garanzia e tutela della nostra “famiglia” che, da tempo, è composta non solo da liberi professionisti o da ingegneri civili. Nel recente passato, perciò, sulla scia e gli abbrivi degli indirizzi nazionali, ha operato su basi ampie, in ambiti multidisciplinari, in sinergia con le reti delle professioni locali, regionali e nazionali, con le università, le istituzioni e le associazioni. 

 

Non contano, a mio modesto avviso, i risultati raggiunti e gli obiettivi centrati. Contano di più quelli che occorre perseguire, con la presa di coscienza che il cambiamento e le trasformazioni della società vivono ormai un processo molto accelerato. Guardando solo a cinque anni fa, non c’è nulla di uguale oggi. In tutti i campi ed in tutte le direzioni. 

 

La nostra Società, purtroppo, predilige le emergenze, le soluzioni del dopo, declinando temi come la prevenzione e l’anticipazione del fare ad enunciazioni di mero principio, senza reali effetti. Ignorando così uno dei parametri cruciali: il tempo! Nel nostro Paese tutto sembra non dover dar conto del tempo. Eppure, con le rivoluzioni ed il progresso introdotti dalla tecnologia, dalla fisica, dalla chimica e dalla informatica, il periodo necessario tra la concezione di un qualsiasi processo e la sua attuazione dovrebbe tendere a ridursi sensibilmente. Invece…!?

 

Grandi criticità, frutto di interrogativi tecnici, metodologici e di rimedi del “dopo” che, per stessa definizione, sono intempestivi. Noi tutti ricordiamo i drammi e le perdite di vite umane per i disastri, le distruzioni del sisma, le calamità naturali, i crolli di opere strategiche, gli interrogativi sulle risorse naturali e le relative difese. I temi dell’energia, della sostenibilità e quelli della sicurezza informatica e civile. Ma anche le inaccettabili e troppo numerose disgrazie e vittime sul lavoro. Tutto questo - non per tornare su argomenti più che dibattuti - si traduce nel risultato di migliaia di norme e nella “complessità burocratica”, tipica e diffusa alle nostre latitudini, che sembra più una giustificazione che una causa. L’ultimo, anche per ordine di tempo, è il caso del Bonus110 e dello stressante, sconcertante ed ambiguo zig-zag normativo, che si avvia ad essere il killer delle buone idee e della fiducia nelle istituzioni. Una impasse del sistema troppo debole, incapace di rispondere ai bisogni della comunità. 

 

E poi il Covid: salute in pericolo, materie prime che non bastano per tutti, la guerra, l’invecchiamento e le fratture sociali. E tutti i paradigmi all’improvviso cambiati, con questioni epocali tutte insieme in campo. L’emergenza, lo insegna la Storia, crea disuguaglianze, in un processo fortemente degenerativo, con “bolle ed ingiustizia sociale”. Ecco perché occorre unione, lavorare insieme, con partecipazione ampia ed alleanze, su tutti i fronti, per evitare la più facile delle ingiustizie: la disuguaglianza che deprime le occasioni di sviluppo, che si incunea nel reddito, tra i generi, nella formazione e nella cultura. 

 

Si, anche della cultura! Perché un rischio delle disuguaglianze è anche quello di non avere uguali possibilità, come oggi sentono, con grande sensibilità e preoccupazione, i nostri giovani. Così un pensiero va alle opportunità messe in campo dal P.N.R.R (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), ed alle risorse fuori dall’ordinario. E’ auspicabile vengano utilizzate per fare investimenti sul futuro, non per risolvere debiti del passato. La partita, dunque, si dovrebbe giocare – prevalentemente - su capacità e competenze, scommettendo su giovani e futuro.

 

Ho letto oggi una riflessione, che condivido, del prof. Fosti: strade, treni ed infrastrutture forse non bastano per rilanciare il nostro Paese. Occorrono anche ponti ed infrastrutture sociali, capaci di legare non solo luoghi, ma anche persone, ricostruendo legami di riconoscimento generativi. Ponti che permetterebbero di capire i bisogni reali dei territori, coerenti con le risorse delle comunità. Che sono forza, non debolezza.

 

Chiudo con alcuni saluti speciali. Il primo ai nostri 307 nuovi Senatori dell’Ordine che il Consiglio ha proclamato (dal 2020 al 2022) ma che, per le restrizioni, non ho e non abbiamo potuto festeggiare. Lo faremo appena possibile. Il secondo ai 350 nuovi giovani Colleghi che si sono iscritti al nostro Ordine in questi anni tosti e che non ho e non abbiamo potuto accogliere con un saluto ed un grande augurio per il proprio futuro. Uniti in una bilancia quasi perfetta tra passato e futuro.

 

Colgo l’occasione per augurare di cuore – fin da ora – buon lavoro ai Colleghi che saranno eletti e che rappresenteranno, con professionalità, competenza e passione, il prestigioso Ordine degli Ingegneri della provincia di Salerno. 

 

Un abbraccio ed un saluto affettuoso a tutti, con  l’invito a partecipare alla tornata elettorale che avrà inizio tra tre giorni. 

 

 

Michele Brigante

           

Lettera del presidente

 

 

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